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martedì 8 ottobre 2013

I PRIMI PASSI CON LA TECNOLOGIA

      I bambini, soprattutto se molto piccoli (0-2 anni), manifestano molta curiosità e spinti dalla voglia di esplorare l’ambiente circostante, scoprire e conoscere le proprietà degli oggetti cominciano a toccare, mettere in bocca, fare cadere. Questo dà il via all’apprendimento: in un primo momento si verificherà l’interiorizzazione delle informazioni esterne, le quali verranno messe in atto per il semplice piacere di farlo (assimilazione); in seguito, un meccanismo di trasformazione con il quale gli schemi di azione verranno modificati a seconda dell’oggetto (accomodamento).
      Applicando questa teoria Piagietiana alla relazione bambino-tecnologia, possiamo affermare che se i genitori utilizzano spesso la televisione e altri dispostivi informatici (maggiormente i tablet) in presenza del proprio figlio, è altamente probabile che il piccolo manifesti interesse e curiosità verso l’oggetto perché nuovo e non conosciuto; egli quindi cercherà di mettere in atto tutti gli schemi comportamentali che conosce: proverà ad afferrarlo, portarlo alla bocca e così via … fino a quando, vedendo che tastando e additando lo schermo del tablet, questo si illumina o produce suoni, egli comprende qual è l’azione giusta, automaticamente modifica i suoi schemi e riproduce la medesima operazione più volte per generare quel determinato evento.
Molto spesso, quindi, siamo noi adulti e i genitori stessi a mettere involontariamente tali oggetti nelle mani dei bambini.
      In conclusione, è possibile che bambini già a 8-10 mesi “utilizzino” i dispostivi informatici in quanto attirati dallo “strano/ nuovo” oggetto e più avanti, ai 18-24 mesi,si aggiunge la capacità di pianificare l’azione per raggiungere uno scopo preciso.   
      Osservando con occhi critici questa situazione ci si può chiedere se sia giusto far utilizzare la tecnologia già ai bambini piccoli in quanto: da un lato si corre il rischio di servirsene come oggetti di consolazione, cioè porre il bambino davanti al tablet o alla televisione ogni volta che fa capricci “perché così sta buono”; da un altro punto di vista, più cautelato e formativo,però, si può far approcciare gradualmente il piccolo a tali dispositivi creando delle finalità educative.
Ad esempio, l’utilizzo di giochi costruttivi in un momento della giornata e non sempre, ma soprattutto è compito del genitore informasi precedentemente sulla finalità del game e cercare di sceglierne uno appropriato all’età e allo sviluppo intellettivo del proprio figlio. Questo ha il proposito di creare consapevolezza nell’adulto di ciò che si sta trasmettendo al bambino ed evitare di cadere in vizi o errori.

2 commenti:

  1. Molto interessante l'applicazione della teoria Piagettiana alle tecnologie! E penso anche molto giusta. La conferma anche il fatto che a volte i bambini sanno usare apparecchi elettronici meglio degli adulti!

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    1. I bambini del 2000 sono già molto più tecnologici di noi, questo perchè la società si è trasformata notevolmente!

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